Medea

di Euripide

Teatro della Toscana
Produzione Fondazione Teatro della Toscana

Regia di Gabriele Lavia

Traduzione Maria Grazia Ciani
adattamento Gabriele Lavia
con Federica Di Martino, Simone Toni, Mario Pietramala, Giorgio Crisafi, Angiola Baggi, Francesco Sferrazza Papa
e con Barbara Alesse, Ludovica Apollonj Ghetti, Silvia Biancalana, Maria Laura Caselli, Flaminia Cuzzoli – Alice Ferranti – Giulia Gallone – Giovanna Guida – Katia Mirabella – Sara Missaglia – Marta Pizzigallo – Malvina Ruggiano – Anna Scola

 

scenografia Alessandro Camera
costumi Alessio Zero
musiche Giordano Corapi e Andrea Nicolini
luci Michelangelo Vitullo
assistente alla regia Giovanna Guida
foto di scena Tommaso Le Pera

produzione Fondazione Teatro della Toscana
Pagina ufficiale del
Teatro della Toscana

Contesto storico

Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. e per la prima volta nel teatro greco (almeno quello che è arrivato sino a noi) protagonista di una tragedia è la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge.

Malgrado la disperazione, vista l’indifferenza del marito dopo averla sedotta e abbandonata, Medea medita una tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che in realtà è pieno di veleno, lo indossa per poi morirne fra dolori strazianti. Il padre Creonte, corso in aiuto, tocca anch’egli il mantello, e muore. Ma la vendetta di Medea non finisce qui: per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui, condannandolo all’infelicità perpetua. Creatura di passioni e di istinti che si direbbero disumani, se non fosse così potentemente e intimamente donna, Medea è quasi una forza della natura allo stato essenziale, che la ragione serve soltanto a rendere consapevolmente feroce, senza poter imporre alcun freno all’animo indomito.

Euripide riesce nella difficile impresa di motivare psicologicamente una donna che è l’antitesi della ragione. Affermandone la dignità, concetto che stava prendendo forma nell’Atene dell’epoca. Medea dunque è ‘contemporanea’ perché unisce il tempo antico al nostro presente fino a interrogare la stessa attualità, l’oggi più urgente.

Note di regia

Medea è una donna tradita, è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. È quel mondo che parla il ‘barbar’, cioè balbetta la lingua greca, da cui ‘barbaroi’, ‘barbari’. Parliamo di un capolavoro assoluto, che tira dentro e non si lascia svelare. Nessun regista può interpretarlo. La verità è che Medea ha interpretato me. Lei mi ha piegato, mi ha portato a realizzare questo allestimento: l’ho traghettato dal V secolo avanti Cristo a oggi, seguendo quel procedimento di traslazione e di traduzione-tradizione che rende contemporanea un’opera arcaica. Non si può fare uno spettacolo andando a ritroso nel V secolo e rimanendo là. Bisogna andarci per poi tornare ai nostri giorni”.

Gabriele Lavia

Locandina

Medea di Euripide

Traduzione Maria Grazia Ciani
Adattamento Gabriele Lavia
Con Federica Di Martino, Simone Toni, Mario Pietramala, Giorgio Crisafi, Angiola Baggi, Francesco Sferrazza Papa
null E con Barbara Alesse, Ludovica Apollonj Ghetti, Silvia Biancalana, Maria Laura Caselli, Flaminia Cuzzoli – Alice Ferranti – Giulia Gallone – Giovanna Guida – Katia Mirabella – Sara Missaglia – Marta Pizzigallo – Malvina Ruggiano – Anna Scola
Scenografia Alessandro Camera
Costumi Alessio Zero
Musiche Giordano Corapi e Andrea Nicolini
Luci Michelangelo Vitullo
Assistente alla regia Giovanna Guida
Foto di scena Tommaso Le Pera
Regia Gabriele Lavia
Produzione Fondazione Teatro della Toscana

Orari
sabato: 21:00
domenica: 18:30

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