La guerra

di Carlo Goldoni

Produzione ariaTeatro, Trentino-Alto Adige

Regia di Simone Toni

con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti, Gianni Bissaca, Federica Castellini, Denis Fontanari e Christina Renzicchi
scene Cristian Zurita
luci, Luca De Martini di Valle Aperta
direzione tecnica Federica Rigon
consulenza drammaturgica Simone Faloppa
aiuto regia Sara Troiani
distribuzione Elisa D’Andrea
organizzazione Cristina Pagliaro

Note di regia

Goldoni in questo testo dimostra non solo di aver brillantemente avviato la riforma del teatro italiano, ma anche di aver fatto un balzo nel 900’ di non poco conto. In questa commedia si respira una suggestiva atmosfera brechtiana in cui agiscono i personaggi goldoniani, quasi sorpresi nel ritrovarsi altrove.

Altrove si, perché “la guerra” è qui intesa come un territorio emotivo, un non/luogo in cui la paura della morte accelera le passioni e paradossalmente la voglia di vivere e la fame di piacere. Questo ci autorizza a immaginare uno spettacolo vivo dal ritmo vorticoso in cui i personaggi devono vivere le loro vicende sulla scena perché non sanno se sopravviveranno dietro le quinte dove imperversa appunto la guerra.

Le virtù e le miserie dell’Uomo sono così messe a nudo in modo molto più violento rispetto ad altre commedie più accomodanti, proprio perché c’è una necessità superiore che le guida e solo la pace, che arriva inaspettata, come la quiete dopo una tempesta, porterà respiro a un mondo che sembra destinato a combattere per sempre.

Simone Toni

Note

Goldoni nel suo doppio ruolo di grande autore e di pragmatico uomo di teatro, immerso nelle più svariate contraddizioni di questa professione, scrive e in parte mette in scena 134 Commedie che rappresentano il percorso artistico di un genio del Teatro e della letteratura italiani.

Nel caso de La Guerra, è appropriato parlare di genio, perché è un capolavoro piuttosto atipico, sia all’interno della poetica goldoniana sia per i tempi in cui venne scritto e rappresentato. Per Luigi Squarzina, che ha curato la regia di una delle più importanti messe in scena italiane del 1998, La Guerra è “la prima opera scenica mai scritta in qualunque lingua sulla vita militare contemporanea”.  Ecco che improvvisamente il lavoro di un regista si complica. Non solo si dovrà tener conto del conteso storico, del topos letterario che mette in relazione Marte e Venere (Amore e Guerra) nella storia del teatro e della rappresentazione, ma anche e soprattutto dovrà riflettere sull’ irrazionale e contraddittoria Natura umana che pare non possa prescindere dal conflitto per esaurire il suo senso e la sua prospettiva.

Goldoni scrive l’opera nel 1759 e la dedica al Marchese Francesco Albergati Vezza, valoroso Cavaliere che si è distinto tra i comandanti dell’esercito francese, per aver resistito ed aver difeso strenuamente una fortezza assediata dal nemico, durante la Guerra dei Sette Anni, in particolare sul fronte Nordamericano, procurandosi grandi onorificenze presso il sovrano francese.  Goldoni vittima e carnefice di se stesso, vive l’eterno conflitto tra la necessità artistica e la dipendenza economica da quell’aristocrazia che pare voglia aspramente criticare ma da cui, di fatto, dipende.  Nel caso de La Guerra, si può presuppore che sia proprio la “convenienza” il principale motore dell’ispirazione creativa, perché da quel Signore aristocratico, Goldoni deve e vuole ottenere dei favori. Nonostante questo aspetto in questa commedia dimostra non solo di aver brillantemente riformato il teatro italiano, ma anche di aver aperto le porte alle nuove forme artistiche preromantiche e con una prospettiva che disegna, probabilmente involontariamente, aspetti fondamentali del teatro del 900’. Si respira una straniante atmosfera brechtiana in cui agiscono i personaggi, quasi sorpresi nel ritrovarsi altrove. Altrove, perché “la guerra” è qui intesa come un territorio emotivo dell’io, non solo come qualcosa di tragico che sta avvenendo al di fuori ma un non/luogo anche interiore, in cui la paura della morte accelera le passioni, la voglia di vivere, la fame di piacere o la fretta di accumulare ricchezza. Un non/luogo quindi in cui si cerca di mettere a nudo il concetto di “conflitto” in tutte le sue più scomode accezioni.

Fin dal primo incontro con questo testo mi è sembrato lampante l’elemento autobiografico che si nasconde e forse si consola nel pensiero che il destino dell’Uomo non sia che un destino di conflitti. Quello dello stesso Goldoni che scrive spesso per convenienza e che approfitta delle occasioni per dimostrare il suo valore di autore e di uomo di teatro, quello dei personaggi della stessa commedia, di Donna Florida che si è innamorata di un nemico pronto a uccidere suo padre comandante dell’esercito assediato, quello di Polidoro, commissario di guerra che cinicamente ne approfitta per accrescere i suoi guadagni e che mai potrà dir male della Guerra e, in fine, quello dell’umanità a cui si augura nel finale dell’opera di trovare quella pace, frutto di moderazione e saggezza che pare così difficile conquistare e raggiungere, come se l’armonia e l’equilibrio non fossero condizioni possibili per l’animale Uomo.

Come ci racconta donna Florida nell’epilogo della commedia, l’autore non ha dato il permesso ai personaggi di raccontare quali siano gli eserciti in conflitto nella vicenda. Questo ci autorizza a immaginare uno spettacolo senza tempo, vivo, dal ritmo vorticoso in cui i personaggi devono agire le loro vicende sulla scena perché non sanno se potranno sopravvivere dietro le quinte dove imperversa appunto la guerra. Ci autorizza a immaginare un mondo teatrale stratificato e ricco di contaminazioni, intriso di passato, ma anche di presente e di futuro. Ci invita a confrontarci con altri grandi artisti che hanno sentito la necessità di affrontare questo spinoso argomento, da Omero a Kubrik, passando per Shakespeare per arrivare a Kusturica. Ci spinge veramente a riflettere sul dovere che noi “giovani” teatranti abbiamo, di rispondere a un rinnovato bisogno di ricerca teatrale che possa partire dal passato per esplorare nuovi orizzonti.

Senza badare ad effetti gratuiti e con grande umiltà e consapevolezza abbiamo tentato quindi di creare un mondo surreale ma concreto in cui un elemento simbolico per eccellenza sarà il fulcro semantico della rappresentazione ossia una porta rimasta miracolosamente in piedi resistendo a tutti i bombardamenti della Storia, sarà il passaggio obbligato attraverso cui leggere la commedia. Un confine, una rovina, che non dà risposte ma che pone domande. Dietro quella porta c’è la pace? O l’Uomo, per sua Natura sarà condannato a combattere per trovare se stesso?

Contesto storico

Mentre da lontano si odono echi di battaglie e conflitti a fuoco, in proscenio si assiste alle vicende personali di don Egidio e di don Sigismondo (i due comandanti avversari, dal lodevole profilo morale), di donna Italia, di don Mario, del conte Claudio ed anche dei personaggi apparentemente minori quali Orsolina e don Polidoro, un profittatore per il quale la guerra è solamente un affare vantaggioso.

Il cuore di donna Florida è diviso tra il sentimento per il soldato don Faustino assediante e l’amore per il padre don Egidio, comandante della fortezza assediata. La scena si sposta continuamente dal campo degli assedianti alla piazza assediata senza che, diplomaticamente, vengano mai nominate le forze in campo.

Il lieto fine giungerà con la pace fra gli opposti eserciti e i due comandanti avversari potranno finalmente abbracciarsi felicitandosi entrambi con sincerità per le imminenti nozze tra donna Florìda e don Faustino, mentre l’abietto don Polidoro verrà privato della carica di commissario e di tutti i suoi illeciti guadagni.

Locandina

la guerra. locandina

Intrerpreti

LA GUERRA
di CARLO GOLDONI

regia di SIMONE TONI

Con

GIUSEPPE AMATO, CHIARA BENEDETTI, GIANNI BISSACA,
FEDERICA CASTELLINI, DENIS FONTANARI e CHRISTIAN RENZICCHI

Scene CRISTIAN ZURITA / Luci LUCA DE MARTINI DI VALLE APERTA

Direzione Tecnica FEDERICA RIGON / Consulenza DrammaTurgica SIMONE FALOPPA

aiuto regia SARA TROIANI / Distribuzione ELISA D’ANDREA / organizzazione CRISTINA PAGLIARO