Peccato che fosse puttana

di John Ford

Teatro Farnese

Parma
22 giugno 2003

Regia di Luca Ronconi

Traduzione: Luca Fontana
Scene: Marco Rossi
Costumi: Gianluca Sbicca, Simone Valsecchi
Luci: Guido Levi
Suono: Daniele D’Angelo
Musiche (a cura di): Paolo Terni

'Tis Pity She's a Whore

Peccato che sia una sgualdrina (‘Tis Pity She’s a Whore), talvolta tradotto come Peccato che sia una puttana, è una tragedia del drammaturgo John Ford. La tragedia fu presumibilmente messa in scena per la prima volta tra il 1629 ed il 1633 dagli attori della compagnia “Queen Henrietta’s Men” al Cockpit Theatre di Londra. ‘Tis Pity fu stampato per la prima volta nel 1633 in quarto da Nicholas Okes e Ford dedicò l’opera a John Mordaunt, primo conte di Peterborough. È uno dei più noti esempi del genere della tragedia di vendetta.

Contesto storico

Giovanni, completati gli studi all’università di Bologna, ritorna a Parma, e confessa a Frate Bonaventura di aver sviluppato una passione incestuosa per la sorella Annabella. Il religioso lo mette in guardia contro la malvagità di tali sentimenti ma Giovanni è ormai diventato un ottimo oratore capace di argomentare la sua decisione e rifiutare le rimostranze del frate. Annabella intanto rifiuta tutti i suoi corteggiatori – Bergetto, Grimaldi e Soranzo – e cede alle avance del fratello, incoraggiata dalla tutrice Putana; fratello e sorella consumano il loro amore.

Intanto Ippolita, un’ex amante di Soranzo, accusa l’uomo di averla incoraggiata a mandare il marito in una missione suicida con la promessa di sposarla una volta vedova, promessa tradita e dimenticata da Soranzo, che ha lasciato la donna. Il servo Vasques si offre di aiutare la donna a vendicarsi di Soranzo e, portato a termine il piano, i due si sposeranno. Tuttavia Richardetto non è affatto morto e torna a Parma con la nipote Philotis; l’uomo vuole vendicarsi di Soranzo e convince Grimaldi che per ottenere il consenso di Annabella dovrà pugnalare il vecchio amante della moglie con una lama avvelenata. Ma per una sfortunata coincidenza Bergetto, ora fidanzato con Philotis, si trova nel luogo in cui Grimaldi aspetta Soranzo e viene pugnalato al posto suo. Annabella accetta di sposare Soranzo e durante i festeggiamenti Ippolita propone un brindisi in onore dello sposo, certa che il bicchiere dell’ex amante sia stato avvelenato. I due brindano ed Ippolita comincia a sentirsi male: Vasques è sempre stato fedele a Soranzo ed ha avvelenato il bicchiere della donna, che muore maledicendo i presenti. Colpito dalla tragedia, Richardetto rinuncia alla vendetta e manda la nipote in convento perché almeno lei possa salvare la propria anima.

Quando Soranzo scopre che Annabella è già incinta i due litigano furiosamente e la donna realizza che il marito era davvero innamorato di lei, una scoperta che la riempie di vergogna. Soranzo rinchiude la moglie in camera e progetta una tremenda vendetta contro Annabella ed il misterioso amante insieme a Vasques. Fingendosi interessato a Putana, Vasques si fa rivelare dalla donna che l’amante di Annabella è il fratello Giovanni e punisce la donna facendola accecare dai briganti. Rinchiusa in camera da letto, Annabella usa il suo stesso sangue per scrivere una lettera in cui avverte il fratello che il marito ha scoperto la verità e che lo cerca per ucciderlo. Il frate consegna la lettera, ma Giovanni è troppo arrogante per credere di essere in pericolo ed accetta l’invito alla festa di compleanno del cognato. Rassegnato, frate Bonaventura lascia Parma per evitare di essere ulteriormente immischiato nella losca faccenda. Durante la festa Giovanni visita la sorella nella sua stanza e la pugnala mentre le dà un bacio. Entra quindi nella sala della festa con il cuore di Annabella impalato su un pugnale e confessa ai presenti l’incesto: scoperta la tresca tra il figlio e la figlia, il vecchio Florio muore sul colpo. Giovanni uccide Soranzo ma viene a sua volta ferito da Vasques, che ordina ai briganti di finirlo. Dopo il massacro interviene il cardinale, che ordina che Putana sia messa al rogo, Vasques bandito e le ricchezze dei morti consegnate alla chiesa. Richardetto rivela la sua vera identità ed il cardinale conclude la tragedia con un commento su Annabella, di cui tutti potrebbero dire che è un peccato che fosse una sgualdrina.

Locandina

Peccato che fosse puttana, di John Ford. Regia di Luca Ronconi

Interpreti

Traduzione: Luca Fontana
Scene: Marco Rossi
Costumi: Gianluca Sbicca, Simone Valsecchi
Luci: Guido Levi
Suono: Daniele D’Angelo
Musiche (a cura di): Paolo Terni

Cast versione 1
Personaggi – Interpreti:
Frate Bonaventura – Giovanni Crippa
Cardinale – Vladimiro Russo
Soranzo – Simone Toni
Florio – Antonio Zanoletti
Donato – Michele Nani
Grimaldi – Mirko Soldano
Giovanni – Luciano Roman
Bergetto – Raffaele Esposito
Ricciardetto – Sergio Leone
Vasques – Riccardo Bini
Poggio – Stefano Corsi
Annabella – Laura Pasetti
Ippolita – Pia Lanciotti
Filoti – Paola De Crescenzo
Puta – Barbara Valmorin

Cast versione 2
Personaggi – Interpreti:
Frate Bonaventura – Antonio Zanoletti
Cardinale – Vladimiro Russo
Soranzo – Raffaele Esposito
Florio – Luciano Roman
Donato – Michele Nani
Grimaldi – Stefano Moretti
Giovanni – Francesco Martino
Bergetto – Simone Toni
Ricciardetto – Sergio Leone
Vasques – Giovanni Crippa
Poggio – Stefano Corsi
Annabella – Nicola Russo
Ippolita – Pasquale Di Filippo
Filoti – Paolo Maria Pilosio
Puta – Riccardo Bini
Banditi, guardie, invitati : Francesco Da Riva, Antonluigi Gozzi, Vincenzo Furfaro, Giacomo Talignani, Jacopo Veronese

Produzione: Centro Teatrale Santacristina, Parma Teatro Festival
in coproduzione con: Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile di Napoli, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Prima rappresentazione
Teatro Farnese, Parma
22 giugno 2003

Foto di scena

Video

Rassegna Stampa