E’ in scena fino al 10 novembre, al Teatro Martinitt di Milano, V’Angelo (produzione Teatro degli Incamminati) di Ippolita Baldini, Francesca Porrini e Simone Toni. Due atti, durata 105 minuti. Ecco la recensione.
IL CAST
Ippolita Baldini, Francesca Porrini, Federica Castellini. Scene Riccardo Canali; tecnica Federico Cicinelli; partecipazione video Sergio Leone; consulenza sulla scrittura Simone Faloppa; regia e luci Simone Toni
IL TARGET
Dai 16 anni in su
LA TRAMA
Maria, Maddalena, la Samaritana. Rieccole, 2024 anni dopo la nascita di Cristo. Di nuovo a vivere le loro incredibili esistenze, ma in un’epoca completamente diversa. Maria: donna semplice, che sa fare di ogni necessità virtù, capace di riconoscere il bello della vita, riesce a fare la spesa con appena 30 euro. Maddalena: manager sempre indaffarata, esasperata da problemi inesistenti che la fanno allontanare dalla bellezza del mondo. La Samaritana: costantemente di corsa e inquieta, ma piena di una generosità tutta da scoprire e da fare esprimere. Tutte e tre sono inconsapevoli del loro reale potenziale in questa vita: saranno degli incontri inaspettati con degli angeli a fare rendere conto loro che basta lasciarsi spingere dall’amore per stare bene. Maria incontra l’Arcangelo Gabriele, non senza lo scetticismo che si usa verso uno sconosciuto che bussa alla porta di una donna; le altre due dialogano con Gesù, trattato come il re degli influencer. Alla fine, però, la storia non cambia rispetto a come fu scritta dagli Evangelisti.
LA MORALE
I valori etici di questa vita il Vangelo ce li raccontò sin dal principio, con un linguaggio che rimarrà sempre attuale, a seconda dell’interpretazione che si vuole dare. Ciascuno di noi incontra qualcuno pronto a trovare la soluzione e fare comprendere il vero senso della vita: per chi crede si chiama “angelo custode” ed arriva sempre al momento giusto, senza mai essere superato da nuove mode o tentazioni di un mondo dove corriamo tutti e nessuno ascolta.
IL COMMENTO
Una commedia che presenta le tre donne principali del Vangelo ai giorni d’oggi non può che essere surreale. Visto l’argomento, diventa persino impegnativa tanto per il pubblico, quanto per le attrici: V’Angelo è un testo difficilissimo da recitare con la dovuta delicatezza, senza scadere nella blasfema caricatura che infatti resta ben lontana da questo spettacolo. C’è anzi molta attualità, che arriva con ironia mai sprezzante. La sorpresa di Maddalena davanti alla frase di Gesù: “Ho bisogno di te” rappresenta esattamente quella che tutti noi proviamo di fronte a espressioni di sincero affetto in un mondo nel quale ciascuno pensa per se stesso e nessuno ci dice mai un grazie quando ce lo aspettiamo. Le risate del pubblico davanti allo sgomento di Giuseppe per la maternità di Maria non devono essere in fondo molto diverse da quelle usate all’epoca dal popolo. La malizia usata nei confronti della Samaritana, attesa al pozzo da Gesù, replica la verità di allora. Si sta riscrivendo ormai in ogni campo l’intera storia secondo i punti di vista femminili: ecco dunque il Vangelo non riscritto, ma letto secondo la sensibilità femminile, più che mai protagonista nel Nuovo Testamento. Oggi, come allora, le donne diventano il motore di una storia che non può prescindere da loro.
IL TOP
La simpatia delle tre attrici, capitanate da Ippolita Baldini, e di questo spettacolo rasentano talvolta il politicamente corretto nei confronti della religione, ma non manca mai il rispetto e soprattutto è evidente un grande lavoro di ricerca intorno a V’Angelo. Il coraggio con cui si affronta questo testo va premiato: originale e con una morale sincera.
LA SORPRESA
Non sono parole a caso quelle che vengono dette nel corso dello spettacolo: ogni citazione del Vangelo viene infatti sottolineata da cartelloni o magliette con scritti i riferimenti del Nuovo Testamento su cui si ritrovano quegli episodi. Commedia sì, ma fatta con grande attenzione alla storia. Di sicuro nessuno aveva mai pensato finora a un dialogo con Gesù tramite vocali di whatsapp: Baldini-Toni-Porrini hanno scritto un testo inimmaginabile.
Massimiliano Beneggi