27/03/2014

Giulio Cesare. Pezzi staccati

Giulio Cesare - Pezzi staccati

Artribune
(27 marzo 2014)

Giulio Cesare. Pezzi staccati
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA
27/03/2014 – 30/03/2014
Giulio Cesare. Pezzi staccatiGiulio Cesare. Pezzi staccati

Informazioni Evento
Luogo
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA
Via Delle Belle Arti 54, Bologna, Italia
Date
Dal 27/03/2014 al 30/03/2014
Vernissage
27/03/2014 ore 16

Giulio Cesare. Pezzi staccati prevede l’allestimento dei due monologhi centrali dello storico spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio nel contesto classicheggiante dell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti, in ore diurne, utilizzando la luce atonale del sole.

Comunicato stampa
I MONOLOGHI DI GIULIO CESARE RIVIVONO ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI
E LE PAROLE DI HÖLDERLIN NELLA PALESTRA ARCOVEGGIO:
È IL TEATRO DI ROMEO CASTELLUCCI
AL CENTRO ANCHE DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE AL DARVIPEM

Sono tre agli appuntamenti che si sviluppano tra marzo e aprile per e la volpe disse al corvo. Corso di Linguistica Generale. Il teatro di Romeo Castellucci nella città di Bologna (Bologna, gennaio>maggio 2014) Progetto Speciale 2014 del Comune di Bologna con la Socìetas Raffaello Sanzio (e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna) curato da Piersandra Di Matteo.
Dopo l’allestimento di Parsifal al Teatro Comunale, dopo l’installazione Persona al rifugio antiaereo del Pincio (presentato da Art City) e dopo il debutto di Uso umano di esseri umani all’ex Ospedale dei Bastardini (presentato da Xing), il programma bolognese prosegue l’indagine sul linguaggio attraverso la presentazione di due lavori teatrali e un convegno internazionale.
Giulio Cesare. Pezzi staccati (27-30 marzo) prevede l’allestimento dei due monologhi centrali dello storico spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio nel contesto classicheggiante dell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti, in ore diurne, utilizzando la luce atonale del sole.
Giudizio Possibilità Essere (2-6 aprile) è una performance basata sulla tragedia incompiuta La morte di Empedocle di Hölderlin, che il regista colloca nella Palestra Arcoveggio, cercando lo straniamento di un ambiente appositamente non teatrale.
Completa il quadro il convegno internazionale La quinta parete. Nel teatro di Romeo Castellicci (5 aprile) curato da Piersandra Di Matteo e presentato dal Centro La Soffitta – Dipartimento delle Arti Visive Performative Mediali dell’Università di Bologna nell’ambito della XXVI rassegna La Soffitta.

Giulio Cesare. Pezzi Staccati
Tra le statue d’ispirazione greca e romana che popolano l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (via Belle Arti 54), prendono corpo due figure nate nel 1997 all’interno di Giulio Cesare, il lavoro della Socìetas Raffaello Sanzio che più di ogni altro ha inquadrato l’impero della retorica e la morfologia del monumento. Da un lato il personaggio di “…vskij” – allusione a uno dei padri fondatori del teatro occidentale – inserisce una telecamera endoscopica nella propria cavità nasale fino alla glottide, proiettandone l’immagine su uno schermo circolare: visualizza così il viaggio a ritroso della voce fino alla soglia delle corde vocali, come a mostrare la carne della parola. Dall’altro, un attore laringectomizzato pronuncia l’orazione funebre di Marco Antonio per Giulio Cesare: il picco retorico del dramma si rinnova in una foniatria sgolata, la sola capace di sopportare il discorso, perché letteralmente parlata da una “ferita”. È con questi due monologhi speculari che Castellucci torna a percorrere gli spazi dell’Accademia in cui ha studiato, ora lui stesso portatore di un eloquente corso di linguistica generale.
“Tornare a Giulio Cesare, spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio creato nel 1997 – spiega la curatrice del progetto Piersandra Di Matteo – non significa assecondare la nostalgia o la seduzione dell’autocitazione. I discorsi di ‘…vskij’ e Marco Antonio si fronteggiano ora come due nuclei vivi. Sono pezzi staccati come qualcosa che si riferisce a un tutto ma che, al contempo, lo supera. Sono immagini di quel dramma della voce alle prese con il potere nascosto nella forza della parola”.
Il lavoro – firmato da Romeo Castellucci e prodotto dalla Socìetas Raffaello Sanzio – vede in scena Dalmazio Masini e Simone Toni, affiancati da Gianni Plazzi e Silvano Voltolina, giovedì 27 e venerdì 28 marzo alle 16, e sabato 29 e domenica 30 marzo in doppia replica alle 15 e alle 17, con capienza limitata (ingresso 10 euro).
Organizzazione: Cronopios. Info: 051 224420. Prevendita su www.vivaticket.it, Bologna Welcome Piazza Maggiore 1/e, e negli altri punti vendita Vivaticket. Nei giorni di spettacolo: biglietteria presso l’Accademia di Belle Arti un’ora prima di ogni performance, 338 2237327.
Si ringrazia per la collaborazione l’Accademia di Belle Arti di Bologna,

Articolo originale

Giulio Cesare. Pezzi Staccati Tra le statue d’ispirazione greca e romana che popolano l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (via Belle Arti 54), prendono corpo due figure nate nel 1997 all’interno di Giulio Cesare, il lavoro della Socìetas Raffaello Sanzio che più di ogni altro ha inquadrato l’impero della retorica e la morfologia del monumento. Da un lato il personaggio di “…vskij” – allusione a uno dei padri fondatori del teatro occidentale – inserisce una telecamera endoscopica nella propria cavità nasale fino alla glottide, proiettandone l’immagine su uno schermo circolare: visualizza così il viaggio a ritroso della voce fino alla soglia delle corde vocali, come a mostrare la carne della parola. Dall’altro, un attore laringectomizzato pronuncia l’orazione funebre di Marco Antonio per Giulio Cesare: il picco retorico del dramma si rinnova in una foniatria sgolata, la sola capace di sopportare il discorso, perché letteralmente parlata da una “ferita”.