di Gabriele Benelli
(28 giugno 2019)
La XXIV edizione della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea del Teatro Nazionale di Genova si chiude con The Confession, opera teatrale del drammaturgo siriano Wael Qadour, autore di un testo di rilevante attualità. L’incontro di questo testo con l’ottima regia di Simone Toni e l’azione affidata in scena ad attori di provata esperienza dà come risultato una pièce di grande impatto. Il pubblico è condotto nella narrazione con un apparente minimalismo che si apre ad uno spettacolo a tutto tondo. A partire da un palcoscenico totalmente libero da elementi scenografici, eccezion fatta per un’unica seggiola, The Confession si presenta come un interessante esempio di metateatro. In breve la scena si rivela al pubblico ampio tanto quanto lo spazio che ha di fronte, che comprende il palco e l’intera platea del teatro. The Confession offre al pubblico un testo scenico che raddoppia e poi moltiplica gli spazi nei quali gli attori agiscono rendendo narrazione il loro stesso corpo. La scelta registica di Simone Toni esemplifica così una idea di gran pregio. I cinque attori occupano con abilità gli spazi e i tempi di quella che appare come una molteplicità di piccoli palcoscenici dei quali sono assoluti protagonisti. Ciò nonostante questi micro-spazi vengono compattati in un unico luogo dove scorre una storia di ansia e smarrimento.
Nell’esperienza dello spettacolo viene così realizzata una sovrapposizione di piani che sfocano guidando lo sguardo tra le diverse zone di un palcoscenico pluridimensionale. Il testo di Qadour racconta cinque esistenze che si intrecciano in una casa di una periferia siriana, dove un regista e due attori sono impegnati a preparare la messa in scena de La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman e dove si trovano anche un ufficiale dell’esercito ed una soldatessa di leva. Il testo di Dorfman ha come sfondo le violenze delle dittature sudamericane e questo è pienamente coerente, se non sovrapponibile, con le scelte contenutistiche del drammaturgo siriano. Il testo provato dai personaggi di The Confession parla delle violenze delle dittature nel mentre stanno vivendo loro stessi le privazioni e le torture – fisiche e psicologiche, vissute ed inferte – che scuotono le loro esistenze e penetrano le mura tra le quali cercavano conforto in un mondo altro. In The Confession la regia di Simone Toni si avvale della formidabile intensità di attori capaci di momenti di un teatro che ricerca dolorosamente una visione umana in un contesto disumano. Ogni piano drammaturgico si fonde in The Confession in un unicum di assoluta grandezza. Tutte le scelte operate dai diversi elementi in scena e fuori scena risultano in un senso di fluidità e di dinamica frutto di una cura ed ispirazione non comuni. I cinque attori in scena danno vita a personalità che spiccano nella loro individualità ma che sanno essere un valido ensemble quando mettono in scena i dialoghi fatti di battute secche e drammatiche.
Riconosciuta e confermata la loro bravura ed esperienza, una menzione speciale va alla marsalese Melania Genna, nei panni dell’attrice Aya alle prese con l’interpretazione di Paulina Salas ne La morte e la fanciulla. Il duplice ruolo, che nella coscienza di Aya sembra trascinarla in un vortice rabbioso, è vissuto con vette di mirabile bravura attoriale. Di grande impatto il suo straziante monologo finale denso di echi shakespeariani. L’interpretazione dei cinque attori non manca di appassionare grazie anche ad testo vivo, impetuoso e ricco di un pathos che va a crearsi inesorabile per i personaggi e per un pubblico commosso nel tributo di lunghi e sentiti applausi.
Gabriele Benelli
di Wael Qadour
Versione italiana Daniela Potenza
Regia Simone Toni
Interpreti Andreapietro Anselmi, Melania Genna, Aldo Ottobrino, Roberto Serpi, Kabir Tavani
Produzione Teatro Nazionale di Genova
Genova, Teatro della Corte dal 26 giugno al 6 luglio 2019
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