Teatro.it
(15 marzo 2015)
Giulio Cesare è una performance del 1997, quella che consacrerà all’attenzione della critica Romeo Castellucci e la Socìetas Raffaello Sanzio. Castellucci definisce questo spettacolo irripetibile e per questa ragione decide di metterne in scena in occasione del quarto centenario della morte di William Shakespeare dei frammenti simbolici, dei pezzi staccati appunto. Questo spettacolo ispirato dall’opera del Bardo e anche dai testi latini e greci mette in scena l’eterno conflitto tra padri e figli, l’uso della retorica e del corpo come strumenti persuasivi e comunicatori. Non poteva mancare l’orazione funebre di Antonio: il suo sfoggio d’oratoria diventa una lacerante arma politica, uno sfolgorio di persuasione di massa e, al tempo stesso, decade a parole senza suono, alla finzione che è alla base del teatro. Bruto, Cassio, Cicerone, Antonio e Cesare diventano strumenti di forze misteriose, in una storia che li stritola, per sublimarli in storia e consegnarli all’eternità.
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